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Lo spazio della durata

Lo spazio della durata

Artista: Clarissa Baldassarri

Titolo della mostra: «Lo spazio della durata» 

A cura di: Alice Caracciolo e Marco Vitale

Opening: 16 gennaio 2022 ore 19.00

In Lo spazio della durata Clarissa Baldassarri agisce sulla forma chiusa di un parallelepipedo in polistirolo grattando via, man mano, la sua superficie, ripetendo su di essa uno stesso gesto innumerevoli volte. L’artista dichiara: “Scavare, destrutturare, frammentare una forma, non per cancellarla o distruggerla, ma per guardarla sotto un’altra prospettiva: vedere attraverso lo stato microscopico della materia ed entrare nella realtà durevole del tempo. Ripetere un’azione apparentemente all’infinito implica perdersi nella sua durata temporale. Entrare nel tempo significa eliminare le idee di inizio e di fine, eliminare la distinzione tra prima e dopo, tra passato e futuro. Così, il cambiamento della forma attraverso l’azione non cambia la cosa, ma solo il modo in cui noi la visualizziamo e di conseguenza il modo in cui la nominiamo.

La nominazione muta, la sostanza perdura intatta”.

Nella mostra, le due immagini dello stesso oggetto coesistono: l’artista fornisce, da un lato, la documentazione fotografica dell’oggetto scultoreo ancora integro, fotografato prima dell’azione erosiva attuata su di esso e, dall’altro lato, gli esiti ultimi del suo gesto, le rovine stesse dell’oggetto, la sua dispersione e, concettualmente, la sua integralità intatta nello stato di pura materia. Per dirlo con la stessa sintesi che il lavoro richiama: un parallelepipedo di polistirolo prima e uno identico, e al contempo irriconoscibile, subito dopo; eppure, contemporaneamente.

Profilo biografico dell'artista

Clarissa Baldassarri

Nata a Civitanova Marche nel 1994, vive e lavora a Napoli.

Ha studiato presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata, dove inizia le prime sperimentazioni con la foglia PET e il plexiglass, realizzando una serie di lavori tra cui Limite cieco, opera che nel 2017 vince il Premio d’Arte Quarelli entrando a far parte della collezione permanente del Parco di Roccaverano. Nello stesso anno prosegue i suoi studi in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove sviluppa il progetto Eikona -una serie di altarini ed edicole votive- che problematizza il fenomeno dell’idolatria dell’immagine. Eikona è il fulcro della prima personale dell’artista, svoltasi presso la Galleria GMCG di Livorno nel 2018; l’opera in mostra Sindone n°2 vince il Premio Speciale “Art Tracker” del Combat Prize 2019. Negli ultimi anni ha sperimentato tecniche digitali servendosi di strumenti di misurazione scientifica, sviluppando come progetto di tesi di laurea specialistica la mostra personale Ausiliare, nella Chiesa di San Giuseppe degli Scalzi (NA), curata da Marianna Agliottone e Rosaria Iazzetta. Con l’opera Sound data logger vince la “Menzione Speciale Arte Accademia” del Ducato Prize 2020.

Nel settembre 2020 è tra i 20 artisti selezionati per il progetto “Una boccata d’arte” a cura di Fondazione Elpis, con il sostegno di Galleria Continua.

Nel 2020 inaugura Entropia, seconda personale nella galleria GMCG, e in occasione di Art Verona 2020 è tra i vincitori di “Level 0”, premio che prevede l’inserimento dell’artista nella programmazione futura della Fondazione Morra Greco di Napoli. Nel 2021 prende parte alla collettiva Ora, presso l’Ambasciata della Santa Sede a Palazzo Borromeo (RM) a cura di White Noise Gallery e si aggiudica ad Art Verona 2021 il premio “Level 0”, questa volta selezionata da Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (TO).

Rassegna stampa

Appunto a cura di Francesco Fazzi

Quello che definiamo come “appunto” è un’opera site-specific che un artista elabora riflettendo sugli elementi già presenti in mostra.

L’appunto è realizzato in risposta alle opere e parte da queste per slanciarsi in avanti. È anche un modo di ripensare l’azione del porre in mostra qualcosa per gli altri: ovvero lasciare aperta la possibilità che questi ultimi reinterpretino, ripristinino o persino capovolgano il materiale esposto. La parola “appunto” lascia intendere una modalità istintiva, data di getto, e benché i suoi risultati potrebbero sembrare marginali, sono in grado di contenere, sintetizzare e digerire una teoria più grande. Soprattutto, della parola “appunto” ci interessa la qualità generativa, l’abilità di interferire con l'ordine precostituito dalla mostra e schiudere una nuova forma dalla precedente.

Artista: Francesco Fazzi

Titolo dell'appunto: «59 minuti fa» 

Opening: 26 febbraio 2022 ore 19:00

Come prevede l'appunto, per riattivare l’esposizione, linea invita un secondo artista ad intervenire sulla mostra in corso. Nel caso di Lo spazio della durata di Clarissa Baldassarri, interviene Francesco Fazzi, artista e curatore di base a Venezia. Fazzi studia la produzione artistica di Baldassarri, quella presente in mostra come pure la precedente, e realizza un’intervista telefonica che dall’opera muove sino al privato.

Il lungo testo che ne consegue è esposto in mostra come approfondimento sul lavoro, mentre una sola lunga frase, selezionata in modo del tutto autoriale da Fazzi, taglia a metà la vetrina dello spazio, inframmezzandosi tra lo sguardo esterno e l’opera all’interno.

Profilo biografico dell'artista

Francesco Fazzi (Lecce, 1996) è un artista transdisciplinare. La sua ricerca indaga - tramite interventi che variano da performance installative a pratiche critico-curatoriali - le problematicità e psicopatologie della contemporaneità, concentrandosi su strategie mnemoniche attinte da scenari infantili ed epifanici.

È mediatore culturale dal 2016 presso la Biennale di Venezia.

Consegue attualmente il MA in Arti Visive presso l'Università IUAV.

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