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Sea Bones

Sea Bones

Artista: Caterina Morigi

Titolo della mostra: «Sea Bones» 

A cura di: Alice Caracciolo e Marco Vitale

Opening: 19 novembre 2022, ore 19:00

Ricercatori in ambito biomedico studiano gli esoscheletri di esseri marini, conchiglie, aculei di ricci di mare, ossi di seppia, per rifare le parti di ossa umane mancanti.

La compatibilità di questi elementi, apparentemente diversi tra loro, dimostra come vi sia in realtà una relazione sostanziale tra uomo e natura. Il nostro scheletro è composto da fosfato di calcio, il marmo e le conchiglie da carbonato di calcio, una sostanza molto simile e trasformabile. Lo stesso materiale è alla base della vita dei primi organismi esistiti sulla terra, il minerale era sparso in un brodo primordiale che ha dato avvio anche alla sfera dell’organico.
Il progetto fonde, attraverso la fotografia, il micro e il macro della materia, sovrapponendo i vari strati di realtà in una possibile nuova alleanza. Ciò che è possibile ora è assimilare l’appartenenza di umano e naturale a un unico mondo di relazioni.

Il progetto si evolve raccogliendo immagini con il microscopio e altri dispositivi, in collaborazione con gli ingegneri e ricercatori dell’istituto Ortopedico Rizzoli e dell’Università degli Studi di Bologna.

Intercambiabili tra loro, le fotografie sfruttano il supporto trasparente, rivelando questa compatibilità anche attraverso la vista e favorendo, con il materiale traslucido, una moltitudine di immagini captate differenti: palpabili o immaginarie.

Profilo biografico dell'artista

Caterina Morigi

Caterina Morigi (Ravenna, 1991) è un’artista visiva che lavora con installazione, fotografia e scultura.

Ha studiato all’ Università IUAV di Venezia e Paris8-Saint Denis.

Nella sua ricerca sovrappone organico e inorganico per sondare la relazione imprescindibile tra uomo e natura. Per affrontare le declinazioni della materia e i suoi mutamenti, Caterina Morigi si serve di uno sguardo ravvicinato che attraversa, come in flussi carsici, la storia dell'arte e dell'architettura. La sua pratica comprende collaborazioni con centri di ricerca scientifica, musei e università.

Espone per mostre personali e collettive al Museo MAMbo (Bologna), Kunstlerbund di Spira (GR), Fotografia Europea (Reggio Emilia), Villa Della Regina (Torino), MAR (Ravenna), Museo Nazionale della Montagna (Torino), Archivio Casa Morra (Napoli), Fondazione Bevilacqua la Masa (Venezia), Video Sound Art festival (Milano) e altre, è vincitrice del Premio Combat 2022, attualmente in residenza per il progetto Et in Arcadia Ego della Fondazione Quadriennale di Roma.

Rassegna stampa

- «Sea Bones», arriva a Lecce la mostra di Caterina Morigi, La Gazzetta del Mezzogiorno, 15 novembre 2022

- Caterina Morigi. Sea Bones, Itinerari nell'arte, dicembre 2022

- Valeria Gaetani, Caterina Morigi, Sea Bones, Segno, dicembre 2022

- Sea Bones. Caterina Morigi fotografa il micro e il macro della materia, Artuu, dicembre 2022

- Micro e Macro, Quisalento, dicembre 2022

Appunto a cura di Veronica Vergari

Quello che definiamo come “appunto” è un’opera site-specific che un artista elabora riflettendo sugli elementi già presenti in mostra.

L’appunto è realizzato in risposta alle opere e parte da queste per slanciarsi in avanti. È anche un modo di ripensare l’azione del porre in mostra qualcosa per gli altri: ovvero lasciare aperta la possibilità che questi ultimi reinterpretino, ripristinino o persino capovolgano il materiale esposto. La parola “appunto” lascia intendere una modalità istintiva, data di getto, e benché i suoi risultati potrebbero sembrare marginali, sono in grado di contenere, sintetizzare e digerire una teoria più grande. Soprattutto, della parola “appunto” ci interessa la qualità generativa, l’abilità di interferire con l'ordine precostituito dalla mostra e schiudere una nuova forma dalla precedente.

Artista: Veronica Vergari

Titolo dell'appunto: «I fiori vengono in dono e poi si dilatano» 

Opening: 23 dicembre 2022 ore 19:00

“Una specie di cordone ombelicale collega il corpo della cosa fotografata al mio sguardo: benché impalpabile, la luce è qui effettivamente un nucleo carnale, una pelle che io condivido con colui o colei che è stato fotografato” (La camera chiara, Roland Barthes, 1980).

Vari punti di concordanza: innanzitutto il cordone che lega l'osservatore e la cosa osservata, implicando l'influenza del primo sulla seconda come ci dimostra la meccanica quantistica; il medesimo cordone unisce poi il gesto del donare i fiori al loro dilatarsi, non più secondo uno schema naturale - il processo per cui un fiore si dilata anche quando nessuno è lì ad osservarlo - ma piuttosto per mezzo di una consequenzialità quantistica, dove il fiore si dilata allo sguardo solo perché donato. E ancora: il cordone che sovrappone due immagini, quella nell'ordine del macro dove intravediamo la fumosa presenza di una ipotetica nebulosa distante nello spazio, e quella nell'ordine del micro, dove la dimensione sconfinata ritorna alla minuta misura umana nella rappresentazione di un semplice paio di mani.

Nota a margine: le mani che osserviamo come al microscopio e al contempo ingigantite nella coerenza generale di tutte le forme nel cosmo, non sono casuali ma un autoritratto dell'autrice che dipinge con le proprie mani le stesse mani che osserva dipingere. Un riconoscimento dell'estraneità delle forme che generano le immagini, pure le più intime, la loro perpetua incomunicabilità di fondo, eppure, nonostante tutto, la loro muta chiarezza disarmante: “una sorveglianza acuta li silenzia”.

Infine, non l'imitazione di un processo ma la sua significazione: trattare la pittura come fosse una camera oscura. Procedere per negativo. Nella dilatazione del palmo delle mani, nel loro schiudersi alla consegna di un dono: sottrarre la materia esattamente lì dove, invece, vanno sommandosi le immagini. 
(Marco Vitale)

 

 

Profilo biografico dell'artista

Veronica Vergari si laurea in Pittura e Grafica editoriale alll’ Accademia di Belle Arti di Lecce. Prosegue la sua formazione frequentando PIA, scuola in arti visive e cultura contemporanea, vincendo nel 2020 una borsa di studio e partecipando alle mostre “A small messy turbolence” al Castello Carlo V e “Fuzzy Games” nel 2021 nell’Ex Oespedale dello Spirinto Santo a Lecce.

Nel 2022 è ststa elezionata come artista Junior per il progetto di residenza FormArti presso KORA center, affiancando l’artista Giuseppe De Mattia. 

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