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Caramelle

Caramelle

Artista: Dario Nanì

Titolo della mostra: «Caramelle» 

A cura di: Alice Caracciolo e Marco Vitale

Testo critico: Francesco Paolo Del Re, Sabino de Nichilo (link)

Opening: 11 febbraio 2023, ore 19:00

La ricerca artistica di Dario Nanì, artista siciliano di stanza a Bologna, si sviluppa sull’idea del paesaggio e del corpo e sulla loro stretta relazione. 

La pittura di Nanì si fa cronaca romanzata della sua vita, dei suoi desideri carnali, delle vittorie e delle sconfitte, all’interno di uno scenario irregolare e distorto.

 

“Attraverso i temi del corpo, dell’identità, della mitologia e dell’amore, intraprendo un’avventura pittorica che è fatta di gesti quotidiani e di frammenti immaginati; una pittura che, nelle sue parti, appare stratificata e labile al tempo stesso” (Dario Nanì).

Profilo biografico dell'artista

Dario Nanì

Nanì nasce a Ragusa nel 1993, vive e lavora a Bologna.

Intraprende gli studi triennali presso l’Accademia di Belle Arti di Catania e successivamente presso quella di Bologna, dove consegue la laurea specialistica in Arti visive. Nel 2013 e nel 2015 è invitato a presenziare alle residenze artistiche istituite dall’Accademia di Belle Arti di Venezia a Forte Marghera e nel 2022 con ArtMotel in Fondazione Rusconi a Bologna.

Nel 2014 partecipa alle fiere d’arte Art Market di Budapest e Art Factory di Catania.

Di recente i suoi lavori sono stati esposti nelle personali “Altri fiori per camera tua” presso Casa Vuota a Roma; “Confessioni poco intelligenti”, presso Prima Classe a Ragusa, “I ragazzi di città intelligenti non dipingono” bi-personale con R. Calabrese presso Movimento Culturale Vitaliano Brancati a Scicli.

Rassegna stampa

- Carmelo Cipriani, Corpi e paesaggi di zucchero nelle tele passionali di Nanì, Quotidiano di Lecce, 6 marzo 2023

- Tra corpo e natura, quiSalento, marzo 2023

Appunto a cura di Enrica Marangio

Quello che definiamo come “appunto” è un’opera site-specific che un artista elabora riflettendo sugli elementi già presenti in mostra.

L’appunto è realizzato in risposta alle opere e parte da queste per slanciarsi in avanti. È anche un modo di ripensare l’azione del porre in mostra qualcosa per gli altri: ovvero lasciare aperta la possibilità che questi ultimi reinterpretino, ripristinino o persino capovolgano il materiale esposto. La parola “appunto” lascia intendere una modalità istintiva, data di getto, e benché i suoi risultati potrebbero sembrare marginali, sono in grado di contenere, sintetizzare e digerire una teoria più grande. Soprattutto, della parola “appunto” ci interessa la qualità generativa, l’abilità di interferire con l'ordine precostituito dalla mostra e schiudere una nuova forma dalla precedente.

Artista: Enrica Marangio

Titolo dell'appunto: «Propriocezione» 

Opening: 24 marzo 2023 ore 21:00

"L'installazione è il tentativo di un autoritratto, di andare in profondità a qualcosa di violento, problematico o alieno, organizzare l’inquietudine per farla trasudare dalla tensione e dalle nervature, dal taglio del vetro. 

Abbiamo una soglia, il limite, che delimita, lo spazio, la presenza, lo stare, l’esserci, ed un corpo, aperto, lacerato, pelle che ci da forma e attraverso cui si articola la declinazione politica del corpo contemporaneo. Il corpo involucro, un corpo appeso come la dodicesima carta dei Tarocchi, o come carne da macello.

Quel corpo fatto di materia che, come dice Nani, memorizza e metabolizza ciò che sta attorno, desideri vittorie e sconfitte. Desiderio e morte in una società satolla di positività, un inferno dell’uguale, uomini apatici, sdraiati, corpi gonfi, sazi. Ogni sentimento ha delle conseguenze, è violento, rischioso, eccessivo, folle. Patire e soffrire, accettare l’alterità per non annegare in se stessi come un Narciso".

(Enrica Marangio)

 

Suggestione critica di Ambra Abbaticola

Lo specchio, dopo tutto è un’utopia, poiché è un luogo senza luogo. Nello specchio mi vedo là dove non sono, in uno spazio irreale che si apre virtualmente dietro la superficie, io sono là, là dove non sono, una specie di ombra che mi rimanda la mia stessa visibilità, che mi permette di guardarmi laddove sono assente: utopia dello specchio. Ma si tratta anche di un’eterotopia, nella misura in cui lo specchio esiste realmente, e dove sviluppa, nel luogo che occupo, una sorta di effetto di ritorno: è a partire dallo specchio che mi scopro assente nel posto in cui sono, poiché è là che mi vedo. A partire da questo sguardo che in qualche modo si posa su di me, dal fondo di questo spazio virtuale che si trova dall’altra parte del vetro, io ritorno verso di me, a ricostruirmi là dove sono”. (Michel Foucault - Spazi altri)

 

Tratti di grafite tracciano il punto di fuga nell’occhio dell’osservatore: lo sguardo corre lungo linee sottili e giunge alla pozza di carne. La materia, così brutalmente esposta, sortisce l’effetto di un invito a liberare le mani, a tastare ciò che appare e a saggiarne l’integrità.

Risultato di un processo meccanico mal interpretato, la forma scultorea digrada in un conglomerato ad un tempo simile e dissimile. La figura, come cosa che protende, organo retrattile, ripreso nella tensione contraria dello sfuggire da sé, viene catturata e inscritta nella misura della gabbia toracica. La lingua di vetro - moderno medium che senza occhi né bocca percepisce surrettiziamente la sostanza delle cose - assaggia l’esistente e libera i propri aliti sulfurei all’interno della gabbia di ferro, dimenandosi in una danza spastica. In questo senso il tentativo di autoritratto - fallito dall’artista - restituisce l’immagine di una crisalide, estenuata dai suoi stessi aneliti di crapula. L’appeso, con la coda dell’occhio e la vena recisa, scruta la fessura strisciandovi dentro, e cola come mercurio in una pozza di specchio.

Profilo biografico dell'artista

Enrica Anastasia Marangio nasce nel 1993 a San Pietro Vernotico (Brindisi).
Laureata in disegno industriale presso il Politecnico di Bari (2018) si specializza presso lo Iuav di Venezia nel corso di moda e cultura visuale (2021).

Designer e co-founder, assieme a Massimo Maci, di Rito collection atelier studio di progettazione specializzato nella vetrofusione, e ideatrice e designer di Volto Santo.

Nel 2021 collabora con il collettivo artistico Alterazioni Video, con la collezione “Dis-graziata” in POSA FINALE, azione artistica che ha messo in mostra le migliori collezioni degli studenti Iuav. Compare in Isolario, pubblicazione ideata dal gruppo FRICHE nel 2021. Nel 2022 è tra i finalisti in Artefici del nostro tempo, Forte Marghera, nella categoria design del vetro con “Phlizz”, opera collettiva presentata nello stesso anno da Progetto, Lecce. Sempre nel 2022 espone a Capriola, Lecce, in Farmacia notturna, progetto curatoriale ideato da Francesco Fazzi.

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